Arancio buono, coltivato in
diversi Paesi del Mediterraneo, ma anche in Paesi a clima continentale e
subtropicale per i suoi frutti eduli succosi, leggermente
aciduli. È una pianta della famiglia delle
Rutaceae, originaria dell'Asia orientale, coltivata in Italia e soprattutto in
Sicilia in numerose varietà, la più rinomata delle quali e il
"tarocco''.
GENERALITÀ Pianta
arborea, raramente arbustiva, che raggiunge in altezza anche i 5-6 m, ma
normalmente, nelle varietà coltivate, viene tenuta più bassa con
opportune potature. Ha una chioma rotondeggiante e rami giovani con spine
gracili. Le foglie, coriacee e lucide, hanno forma
ovale a base arrotondata e apice acuto. Il margine è intero o appena
denticolato. Il picciolo fogliare è accompagnato da due ali laterali,
più piccole di quelle dell'arancio amaro. I
fiori di solito sono riuniti in fascetti all'ascella delle foglie. La corolla
è bianca, appena sfumata di rosa. Il fiore è delicatamente
profumato. Il frutto, variabile per forma e
dimensioni, è un esperidio, sorta di bacca a scorza contenente numerose
ghiandole oleifere con endocarpo a logge (spicchi) succulente. La scorza
è sottile o spessa, a seconda delle
varietà. Per scopi terapeutici si utilizzano
la scorza del frutto maturo e i fiori. Per qualche preparazione servono anche le
foglie, come succedanee di quelle dell'arancio
amaro.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Come l'arancio amaro, questa pianta non
fu nota ai Greci e ai Romani. Le foglie
dell'arancio dolce sono, come quelle dell'arancio amaro, antispasmodiche,
sedative e toniche, leggermente febbrifughe e
vermifughe. I fiori sono calmanti, sedativi e
antispasmodici e servono per curare le malattie nervose in sostituzione dei
fiori di arancio amaro. La corteccia del frutto,
che viene usata di preferenza fresca, ha le stesse proprietà di quella
dell'arancio amaro ma meno forti. Per aromatizzare, sia in liquoreria sia in
preparazioni farmaceutiche, l'arancio dolce è spesso più
utilizzato dell'arancio amaro, anche perché più facilmente
reperibile. In tutte le parti della pianta sono
contenuti olii essenziali, di costituzione differente secondo le diverse
parti. Il frutto è anche molto ricco in
principi vitaminici ed è ben noto per le sue proprietà
dissetanti.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano la scorza e i fiori. Con la scorza, preferibilmente
fresca, si prepara il decotto. La quantità di scorza da utilizzare
è quella che si ottiene da 1-2 arance per litro d'acqua. Si prende a
tazze, più volte al giorno, come digestivo o per calmare i dolori di
stomaco. Con i fiori si ottiene un infuso con
proprietà sedative, utile per l'insonnia e l'eccitazione
nervosa. L'infuso si prepara con 20-30 g di fiori
secchi per litro d'acqua. Si prende alla dose di una tazza per l'adulto e di una
tazzina per il bambino, prima di coricarsi. Con la
corteccia secca del frutto si possono preparare una tintura alcoolica, una
tintura vinosa e un elisir, come già descritto per l'arancio
amaro.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le foglie si raccolgono un po' tutto
l'anno, escludendo quelle giovani e le ingiallite che non sono da utilizzare,
così come quelle cadute da sole. Vanno essiccate all'ombra, in locale ben
aerato, disponendole in sottile strato su un graticciato o su un setaccio a
maglie larghe; bisogna rimuoverle di frequente, tanto più che si tratta
di foglie coriacee difficili da seccare. Si
conservano in sacchetti di tela o carta in locale asciutto e fresco. Vanno
rinnovate tutti gli anni. I fiori devono essere
raccolti al momento della fioritura, appena prima che si aprano, evitando il
più possibile di maltrattarli (imbruniscono con estrema facilità).
Si seccano all'ombra in locale ben aerato e possibilmente al buio: così
conservano il colore naturale e le proprietà
terapeutiche. Si conservano, quando sono ben
secchi, in sacchetti di carta chiusi o meglio in vasi di vetro scuro. Occorre
però ogni tanto controllare che non ammuffiscano. Vanno rinnovati tutti
gli anni. La scorza del frutto si ottiene da frutti
maturi, eliminando la parte bianca spugnosa, normalmente si utilizza fresca, ma
nel caso si dovesse preparare secca, si provvede come nel caso dell'arancio
amaro.
RICETTE DI
CUCINA - ARANCIATA
NUORESE INGREDIENTI: 250 gr di scorze d'arancia;
250 gr di miele; 50 gr di zucchero; 50 gr di
mandorle sgusciate.
PREPARAZIONE: raschiate con
un coltellino la parte interna delle scorze d'arancia in modo da eliminare
quello strato bianco e spugnoso che è amaro. Tagliate a striscioline le
scorze e mettetele in una bacinella piena d'acqua fresca; lasciatele a bagno per
un paio di giorni, cambiando spesso l'acqua, poi scolatele bene, asciugatele e
pesatele. Mettetele in una casseruola con la stessa
quantità di miele e fatele cuocere a fiamma moderata mescolando con un
cucchiaio di legno per 1/2 ora circa. Trascorso questo periodo, aggiungete le
mandorle, tostata in forno, spellate e tagliate a filetti, e lo zucchero.
Mescolate e versate la preparazione su un piano di marmo o in un piatto liscio,
livellatela con un coltello bagnato e lasciatela
intiepidire. Prima che si indurisca, tagliatela in
modo da formare tanti quadratini che avvolgerete in foglietti di carta oleata e
riporrete in scatole di legno e di latta. È consigliabile consumare questi
dolcetti entro una settimana.
- GELATO DI
ARANCE INGREDIENTI: il succo di 6 arance; il succo
di 1 limone e 1/2; la scorza grattugiata delle 6 arance; 300 gr di
zucchero.
PREPARAZIONE: lavate e pulite con
cura le arance. Con un coltellino privatele della scorza, facendo attenzione a
togliere solo la parte gialla, evitando quella bianca e amara. Grattugiatela
finemente e tenetela da parte. Ora preparate uno
sciroppo, facendo bollire 3/4 di l di acqua con lo zucchero. lasciate addensare
per una quindicina di min., e quando sarà ben caldo, aggiungetevi la
scorza grattugiata delle arance. Mescolate, togliete dal fuoco e lasciate
raffreddare completamente. Unite infine il succo
delle arance e dei limoni e mescolate bene, fino a ottenere un composto
omogeneo.
- GELATINA
D'ARANCE INGREDIENTI: 500 gr di arance succose; 350
gr di zucchero.
PREPARAZIONE: lavate bene le
arance, dimezzatele, spremetele e filtrate il succo; poi passate al mulinello la
buccia di un'arancia privata della parte spugnosa bianca, e mescolatela al
succo. In una casseruola mettete lo zucchero, aggiungete 1/2 l d'acqua e fate
cuocere a fiamma bassa. Dopo 10 min dall'inizio dell'ebollizione, aggiungete il
succo delle arance e proseguite la cottura a fiamma bassa. Quando il composto
riprenderà a bollire, abbassate la fiamma, lasciate cuocere ancora per
1/4 d'ora, poi versare la gelatina in uno o più vasi di vetro, chiudeteli
ermeticamente e fateli sterilizzare per 15
min. Quando i vasi si saranno raffreddati,
toglieteli dal tegame adoperato per sterilizzarli, asciugateli e riponeteli in
un luogo buio e fresco. La gelatina di arance si conserva per molti mesi ed
è utilissima per realizzare dolci.
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